lunedì 30 luglio 2012

Dino Budroni come Gabriele Sandri?

Dino Budroni come Gabriele Sandri?
A un anno dalla morte, avvenuta sul Grande Raccordo Anulare di Roma, le perizie inchioderebbero i carabinieri alle loro responsabilità. L'uomo sarebbe stato ucciso a freddo dopo essersi fermato al termine di un inseguimento


Rilievi sul Grande raccordo anulare di Roma oggi 30 luglio 2011 - ANSA/MASSIMO PERCOSSI

di Tommaso Della Longa e Alessia Lai

“Finalmente sappiamo che gli hanno sparato da fermo”. Così l’avvocato Michele Monaco ha commentato la perizia balistica dei Ris di Roma sui  due colpi di pistola esplosi dall'arma di ordinanza dell'agente scelto di Polizia M.P., uno dei quali colpisce a morte  Bernardino Budroni alle prime luci del 30 luglio 2011 sul Grande Raccordo Anulare della Capitale. Il silenzio rischiava di calare su questo omicidio definito dall’avvocato “un caso peggiore di quello di Gabriele Sandri”, altro omicidio del quale il legale della famiglia di Dino Budroni si è occupato, perché stavolta la vittima aveva potuto guardare il faccia il suo assassino. Un dato che emergeva già dalla relazione medico legale e dalla consulenza tecnica in infortunistica stradale.

lunedì 9 luglio 2012


 Libri, “Quando lo Stato uccide”. Intervista agli autori 
Tommaso Della Longa ed Alessia Lai
di Valentina Verdini

I manifestanti alla Diaz e a Bolzaneto, Giuseppe Uva, Riccardo Rasman, Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi, Gabriele Sandri sono solo alcune delle storie narrate in “Quando lo Stato uccide” di Tommaso della Longa ed Alessia Lai. Un libro- inchiesta pubblicato nel 2011 da Castelvecchi, un atto dovuto alle vittime di “schegge” impazzite delle forze dell’ordine, corpi indifesi, morti violente che lasciano impietriti familiari, amici, gente comune. Molte di queste vicende sono sconosciute perché trattate con  disattenzione dalle istituzioni, dai media nazionali. Rilegate a qualche trafiletto sui giornali locali, insabbiate dalle autorità competenti. Ma lentamente, il velo di copertura sta scomparendo grazie alla rete, alle sentenze definitive che in questi giorni hanno creato dei precedenti importanti, alla tenacia delle famiglie e alla mobilitazione di parte dell’opinione pubblica. Mediapolitika ha intervistato i due giornalisti, Tommaso Della Longa ed Alessia Lai perché anche un libro può dare un contributo.

martedì 3 luglio 2012

Budroni, ucciso a sangue freddo da un poliziotto?



Budroni, ucciso a sangue freddo da un poliziotto?
Si riapre il caso della morte di un 40enne: è una replica del caso di Gabriele Sandri?

da www. panorama.it Rilievi della Polizia sul luogo dell'incidente
(Credits: ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

di Tommaso Della Longa e Alessia Lai

Sono le prime luci del 30 luglio 2011. Siamo a Roma, sul Grande Raccordo Anulare, all’altezza dell’uscita 11 “Nomentana – Mentana”. Il quarantenne Bernardino Budroni trova la morte, disarmato, ucciso da una pallottola sparata dalla pistola d’ordinanza di un agente scelto di 28 anni della Polizia di Stato. La prima ricostruzione parla di un inseguimento ad alta velocità, terminato con l’esplosione di due colpi. Budroni viene subito soprannominato lo “stalker” dalla stampa perché poco prima era stato a casa della ex ragazza, creando turbativa alla quiete pubblica e cercando di rompere un portone. Il corollario della vicenda è composto da alcune paginate dei quotidiani romani che parlano di inseguimenti a 200 chilometri orari e di una persona pericolosa che ha dato in escandescenze e che ha trovato la morte alla fine di un’operazione di polizia. Si apre un procedimento per omicidio colposo. Cala il sipario, con questa idea di uno stalker che un po’ se l’era andata a cercare. Nessuno si chiede nei mesi successivi cosa sia successo esattamente su quel tratto di strada, perché un poliziotto abbia sparato a un uomo disarmato.