da Agenzia Stampa Italia – 19 dicembre 2012
Alessia Lai e Tommaso Della Longa per Agenzia Stampa Italia
(ASI) È stato rinviato a giudizio per
omicidio colposo Michele Paone, l’agente di Polizia che all’alba del 30
luglio 2011, alla fine di un inseguimento in auto sul Grande Raccordo
Anulare di Roma, esplose il colpo di pistola che uccise Bernardino
Budroni. Era apparso subito chiaro che Dino, per i familiari e gli
amici, era morto in circostanze poco chiare: orari che non coincidono,
incongruenze nelle perizie, testimonianze discordanti.
Il processo, che inizierà il 1 ottobre del 2013, potrà fare luce
sui “tanti dubbi” che secondo la sorella Claudia costellano questa
dolorosa vicenda che ha strappato un figlio e un fratello ai suoi
familiari.Una vicenda “complessa” anche secondo il PM Giorgio Orano, che
ha visto confermata dal GUP Parasporo la sua richiesta di procedere per
omicidio colposo con l’aggravante della previsione dell’evento.
L’avvocato della famiglia Budroni, Michele Monaco, aveva chiesto
un’imputazione per omicidio volontario con premeditazione: “Speravamo in
qualcosa di più”, ci ha detto, “ma almeno c’è il processo, questo è
importante”. Ora Michele Paone è un imputato. Faccia da “bravo ragazzo”,
si è presentato in Tribunale praticamente “scortato” da una decina di
persone, all’apparenza poliziotti in borghese, presumibilmente suoi
colleghi.
Paone è rimasto seduto, in silenzio, a pochi metri dai familiari di
Dino, il papà, la mamma e la sorella, ma non si è mai avvicinato a loro.
Alla richiesta di una dichiarazione sua o del suo assistito, l’avvocato
Giampiero Mendola – che aveva chiesto l’archiviazione in base
all’articolo 53 del codice penale, quello che contempla l’uso legittimo
delle armi da parte di un tutore dell’ordine – ha affermato: “Non ne
abbiamo mai rilasciate e non lo faremo ora”.Tra poco meno di un anno la famiglia Budroni vedrà iniziare il processo contro l’agente che ha ucciso Dino, la speranza è quella che il dibattimento possa fare piena luce su una vicenda piena di ombre.
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