giovedì 7 luglio 2011

(Sportpeople.net) "Quando lo Stato Uccide", salta la presentazione del 9 luglio ai Mondiali Antirazzisti

Pubblichiamo in versione integrale l'articolo apparso oggi su www.sportpeople.net. Vogliamo ringraziare la redazione e siamo molto felici di leggere parole così chiare...significa che ancora qualcuno ragiona e capisce benissimo quanto le posizioni pregiudiziali siano vecchie, stantie, inutili e soprattutto comode per qualcuno. Grazie!


Lo apprendiamo ufficialmente dal profilo facebook creato a promozione del libro: la presentazione di "Quando lo Stato uccide" prevista per il 9 luglio ai Mondiali Antirazzisti è stata annulata.

Albanese, Mario Castellano, Carlo Giuliani, Michele Ditrani, Gregorio Fichera, Mohamed Khaira Cisse, Stefano Cabiddu, Diego Signorelli, Domenico Palumbo, Federico Aldrovandi, Riccardo Rasman, Susanna Venturini, Gabriele Sandri, Pasquale Guadagno, Giovanni Grasso, Giuseppe Uva, Marco Di Prisco, Stefano Cucchi. Avremmo parlato di loro, soprattutto dei nomi meno conosciuti.
Rimasti nei trafiletti dei giornali locali, serbati da famiglie che non hanno quasi mai avuto giustizia. L’8 luglio a Roma e il 9 a Bologna le loro storie dovevano essere protagoniste. Non noi. Non Alessia Lai, non Tommaso Della Longa. Ma loro, le vittime degli abusi in divisa. Non succederà: dopo l’annullamento della presentazione del nostro libro “Quando lo stato uccide” alla DinamoFest di Roma è arrivato, a ruota, quello dell’incontro che era in programma, sabato 9 luglio ai Mondiali Antirazzisti. Siamo rammaricati, ma non certo per una mancata passerella personale. Quello che ci intristisce è vedere venir meno degli spazi nei quali poter ricordare e dibattere, facendo così un favore a chi vorrebbe far calare il silenzio sulle violenze di Stato. Questo libro lo abbiamo scritto per non dimenticare quei nomi, persone uccise a prescindere dalle loro idee, dalla loro storia personale. Sarebbe inutile entrare nel merito del diktat che ha imposto l’annullamento delle date programmate già da tempo, visto che si basa sulla valutazione – pregiudiziale - delle nostre vite personali e non sul contenuto del nostro libro. Ma è importante sottolineare un atteggiamento che nulla ha a che fare con la libertà, i diritti, l’antirazzismo e che, al contrario, li calpesta senza diritto di replica.

Questo è quanto scrivono gli autori, Tommaso Della Longa e Alessia Lai, nella pagina facebook del loro libro.
Notizia davvero triste che diventa agghiacciante se si considera il contesto in cui è maturata. Proprio un evento che sulla carta si pone l'obiettivo di abbattere le barriere mentali che sono alla base del razzismo, disdice la presentazione di un libro dal valore giornalistico, morale e civile assoluto per retro-motivi che hanno dell'assurdo.
Viene spontaneo chiedersi: le idee sono giuste in base alla validità di ciò che affermano, o sono giuste solo se ad affermarle è una persona a noi affine?
Scrivendo e trattando di ultras, avevamo già in passato incrociato il nome di Della Longa, visto che spesso si era occupato di tematiche inerenti il mondo ultras, proveniendo anche lui da ambienti di curva. A spaccare il capello in quattro, potevamo soffermarci anche noi a guardare i giornali per cui scriveva, ma siamo soliti non fermarci ai pregiudizi e a valutare le persone per quello che sono e per quello che fanno. Quello che fa Della Longa è il giornalista e sinceramente lo fa anche bene, ragion per cui nella nostra rassegna stampa abbiamo sempre condiviso senza remore i suoi articoli e spesso e volentieri li abbiamo trovati pertinenti, ficcanti e ben scritti. 
Anche quest'ultimo lavoro con Alessia Lai è di una valenza notevole: quante altre voci in giro si sono levate contro l'abuso di potere dello Stato? Proprio in questi giorni, mentre a Milano veniva ucciso Michele Ferrulli, mentre in Val Susa la gente veniva picchiata nelle barelle e la polizia si distingueva per il lancio di sassi o di lacrimogeni ad altezza d'uomo, la levata di scudi è stata bipartisan, da destra a sinistra, ma ovviamente non a richiamo ad un più ragionevole, misurato ed "etico" uso della forza e della ragion di Stato. No, a questi signori non interessa niente che qualche esaltato in divisa getti fango sul suo stesso Corpo o sulle Istituzioni tutte; a loro non interessa che sono nostri delegati rappresentanti e dovrebbero proteggerci direttamente, a maggior ragione quando gli organi preposti a questa nostra sicurezza non funzionano ed eccedono invece in brutalità. Dai cultori acritici della divisa della destra, a Fassino e Bersani, passando per la nuova icona della sinistra rampante Vendola, tutti si sono affannati nella rincorsa al borghese politically correct: mai una parola che possa scandalizzare il gregge seppur quella parola corrisponda al suono della verità. Se dovessimo aspettare che qualcuno di questi cialtroni si preoccupi di fare luce su questi punti oscuri della nostra democrazia, ci toccherà aspettare davvero a lungo e sicuramente invano.
Tommaso e Alessia invece hanno parlato di questo e di altro, passando anche per il G8 di Genova 2001, senza alcun pregiudizio politico; e senza alcun pregiudizio avevano accettato l'invito a parlare del loro libro ai Mondiali Antirazzisti e toh, destino ridicolo, le vittime del pregiudizio sono loro e in una sede che per stessa definizione dovrebbe essere appunto sgombra da qualsiasi forma di pregiudizio.
Abbiamo perso un'altra buona occasione, l'ennesima. Continuiamo ad alzare steccati e a fomentare divisioni anche in separate sedi dove il valore principale dovrebbe essere l'uguaglianza di intenti. Per tutte le altre pippe mentali da subumani, per dare corpo a tutte le nostre trivialità e a tutti i nostri più bassi istinti, abbiamo deputato un'arena apposita dove misurarci, ma se non riusciamo a dialogare nemmeno quando dovremmo, fortemente e incondizionatamente dovremmo, allora non resta che chiudere a chiave quest'arena e sterminarci tutti tra di noi fino all'ultima cinghiata, magari con l'aiuto di qualche manganellata, perché se ci ghettizziamo da soli e continuiamo in queste pidocchiose guerre tra poveri, allora proprio non meritiamo di sopravvivere come movimento.
Ci si scusi se non comprendiamo queste logiche tardo ottocentesche: noi a Mondiali ci siamo stati più volte e sempre con grande piacere, ma a ragionar per partito preso non ci riusciamo, forse anche perché tessere di partito non ne abbiamo mai avute e ci piace continuare a ragionare da uomini liberi. Anche sbagliando se possibile, ma sempre con la nostra testa e non per questi gretti preconcetti partitocratici, che s'è visto a cosa sono serviti e a chi - sopratutto - sono serviti.
Affrancateci da eventuali considerazioni politiche e non veniteci a parlare di fascisti, comunisti o di revisionimso storico, perché son cose di cui davvero non ci interessa niente. Ci interessa piuttosto degli ultras e della loro difesa, e vedere così svilita una voce comunque dalla parte degli ultras è davvero deprimente. Adesso imbianchiamo il sepolcro e facciamo tutti festa contro il razzismo, che da domani ci sono altre managanellate da prendere e saranno le stesse per tutti gli ultras, perché chi detiene il potere è ancora meno razzista di noi e non fa alcuna distinzione, ci tratta tutti per quello che siamo: delle merde svuotate dal potere che abbiamo delegato e che non sappiamo riprenderci perché dobbiamo giocare alle guerre per conto terzi degli stessi partiti che vogliono la nostra delega

2 commenti:

  1. video chi lo ha visto per non dimenticare mai , riccardo è morto per una questione politica, l' odio uccide , http://www.youtube.com/watch?v=RTfdxdog_xA

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  2. Riccardo non ha fatto niente , la sua colpa era di essere figlio di istriani che abitavano e avevano la campagna in una zona dove l'odio è ancora vivo forte, dove un comune di minoranza slovena voleva defraudare con inganno , usando il potere conoscendo avvocati , dottori, poliziotti, per schiacciare una famiglia con la forza , tanto sono gente da macero , lo calunniarono anche da morto che era un signor nessuno e non aveva passato, una persona brutta , che era uno sci'avo , l'odio acceca , ecco perchè nessuno del comune è venuto a fare le codoglianze , cercare di capire cosa era sucesso come succede da persone civili in altri casi.

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